Una bottiglia di vodka polacca La vodka è un distillato di fecola e polpa di patata e cereali ottenuto da almeno 3 distillazioni e filtrato su materiali diversi (carboni, polveri di diamante, farine fossili, ecc.). Dalla prima distillazione si ottiene la brantowka (vodka bruciata, 15°), dalla seconda la prostka (vodka rustica, 30°) e dalla terza l’okovita(acquavite, 70°). È considerata la bevanda alcolica tradizionale polacca e russa.
Tralasciando le sostanze responsabili dei sapori tipici di questa bevanda, la vodka è composta principalmente da acqua e alcool (etanolo) presente tra il 37,5 e il 60 percento in volume. Nella classica Vodka russa, il tasso di alcool presente deve essere vicino al 40 percento, numero attribuito dal famoso chimicorusso Dimitri Mendeleev. La vodka viene utilizzata come base di molti cocktail popolari, come il Bloody Mary, il Sex on the Beach, il Bullshot e il Vodka Martini (chiamato anche Vodkamartini o Vodkatini).
Esistono anche bevande a base di vodka, tipicamente di gradazione alcolica notevolmente inferiore, prodotte con aromi di frutta (per esempio limone o melone).
Cenni storici La Vodka è tra le bevande alcoliche più antiche e più bevute del mondo. La sua provenienza non può essere ricostruita con precisione, ma si pensa che sia da rintracciare nelle attuali Polonia e Russia. Trae quindi le sue origini nell’Est Europa, dove si contendono la paternità del nome la Polonia e la Russia. La parola “vodka” è, in varie lingue slave, diminutivo dei termini corrispondenti all’italiano “acqua”, ad esempio in russo “вода” [voda], o in polacco woda, in analogia con l’italiano “acquavite” che, similmente, designa una bevanda che ha l’aspetto limpido e trasparente dell’acqua. Essa è apparsa scritta, per la prima volta, in Polonia nel 1405 in un registro diSandomierz Court. Probabilmente si è voluto indicare con il nome di “acquetta” (con ironico eufemismo) un distillato leggero e pulito nel gusto, ma non certo nel grado alcolico, perché, come già accennato, alcune qualità di Vodka superano agevolmente anche i 50º alcolici. È poi interessante sapere che la vodka viene chiamata, nelle località dove si presume sia nata, con parole la cui radice significa “bruciare”, per esempio in polacco: gorzałka.
Nel 1520, nella sola Danzica in Polonia operavano già una sessantina di distillerie ufficiali, senza contare quelle clandestine. In Russia, nel 1649, lo Zar Alessio promulgò un codice imperiale per la produzione della Vodka; e all’inizio del XVIII secolo i nobili proprietari terrieri avevano l’autorizzazione per detenere un alambicco per piccole produzioni di consumo privato. Qui il termine Vodka (con significato moderno) venne scritto in un documento ufficiale risalente al regno dell’imperatrice Caterina II; il decreto, datato 8 giugno 1751, regolava la proprietà di alcune distillerie di vodka. Un’altra possibile origine del termine può essere trovata nelle cronache di Novgorod, dell’anno 1533, dove il termine “vodka” è stato utilizzato nel contesto di tinture alcoliche.
La Vodka fu diffusa in Europa da Napoleone. Egli ebbe modo di conoscere il distillato durante la campagna di Russia nel 1812, cui fece seguito la disastrosa ritirata. Per scaldare le sue truppe, rimaste senza alcolici e cibo a causa dell’eccessivo allungamento della catena degli approvvigionamenti, razziò ingenti quantità di Vodka quale rimedio all’attacco del nemico più temibile: il freddo del “Generale Inverno”.
La vera diffusione della Vodka in Europa arrivò dopo la Rivoluzione Russa nel 1917, con la presa del potere da parte dei bolscevichi guidati da Lenin. Parecchi esuli russi, apparteneneti alla nobiltà proprietaria dei segreti della distillazione, emigrarono in Francia per salvarsi dalle epurazioni di massa volute dal regime comunista Il più famoso esule è sicuramente Piotr Smirnoff il quale si vide confiscato lo stabilimento, fondato nel 1860. Emigrò in Turchia per sfuggire alla caccia mortale, e poi in Polonia, dove aprì una distilleria, per decidere poi nel 1925 di stabilirsi definitivamente a Parigi, dove cambiò il nome in Pierre. Vicende analoghe sono quella di Romanoff e quella del conte Keglevich che trovò rifugio a Trieste. Altra situazione simile visse il principe Nikolai Alexandrovich, titolare di Eristoff, la cui distilleria fu aperta nel 1806.
Oggi in Polonia e Russia sono migliaia le distillerie che producono questa bevanda. Si produce un’ottima vodka anche in quasi tutti i paesi dell’Est e del Nord Europa, i quali sono anche ottimi consumatori, con tradizioni che si tramandano da secoli. Nell’Europa Occidentale e nel Nord America la diffusione su larga scala ha invece una storia più recente. Essa raramente veniva bevuta al di fuori dell’Europa orientale prima del 1950 ma la sua popolarità fu estesa anche al Nuovo Mondo in seguito al dopoguerra francese. Nel 1975, negliStati Uniti d’America, sorpassò le vendite del bourbon whiskey, fino ad allora il liquore più bevuto dalla popolazione americana. Anche se la vodka non appartiene alla culturaitaliana, in questi ultimi anni è aumentata nel paese sia la produzione che il consumo della bevanda. Si può quindi ormai definire la Vodka una bevanda conosciuta e prodotta su scala mondiale.
Produzione Narra una leggenda russa, che i cavalieri cosacchi durante un attacco, si trovarono di fronte ad un lago che ne ostacolava il passaggio. Il rapido dileguarsi del nemico impediva la perdita di tempo nella costruzione di un pontone. Il pope che accompagnava il reggimento cosacco, benedisse allora l’acqua del lago trasformandola in vodka così che cavalli e cavalieri poterono berla e passare dall’altra sponda. Un luogo comune molto diffuso è quello di attribuire alla vodka una aurea di purezza, come se fosse il più puro degli alcolici, dovuta presumibilmente al suo aspetto limpido e cristallino.
I Paesi del mondo della vodka belt (in italiano: “fascia della vodka”. « Per avere più soldati abbiamo bisogno di più soldi. Dove possiamo prendere questi soldi? Ritengo necessario aumentare la produzione di vodka. » (Lettera da Stalin a Molotov del 1º settembre 1930
La vodka può essere ottenuta da differenti materie prime ricche di zucchero o amido, come cereali e patate. I cereali, come nella produzione della birra, devono essere maltati per scindere l’amido in monosaccaridi fermentiscibili. Ciò avviene grazie all’azione delle amilasi le quali scinderanno anche gli zuccheri di altri vegetali presenti.
Una volta separata la parte solida si procede con la fermentazione ottenendo un liquido simile alla birra. Dopo un breve periodo di riposo vengono eseguite varie distillazioni: con questo processo si portano il grado alcolico e il livello aromatico alle soglie desiderate. Infine si può filtrare il distillato utilizzando carbone attivo per eliminare sentori sgraditi, questo trattamento porta ad un prodotto neutro. Spesso, piuttosto che filtrare, si preferisce effettuare una distillazione più accurata per mantenere aromi caratteristici.
Con successivi allungamenti di acqua (piovana, distillata, o sorgiva) si ottiene la gradazione con la quale la vodka verrà messa in commercio. Tralasciando il contenuto alcolico, le vodka possono essere distinte in due grandi categorie: le vodka pure e quelle aromatiche.
Come si serve La vodka è un distillato che va bevuto liscio e freddo (ma non ghiacciata) per assaporarla meglio in tutta la sua pienezza, come ci insegnano nei paesi d’origine. Va servita nel classico bicchiere da vodka russo che non è a forma di provetta, come si usa scorrettamente, ma è un piccolo calice a pareti svasate, tale da consentire di bere il distillato non tutto di un fiato, ma in modo da dare la possibilità di assumerne insieme piccoli snack, vivande o un sorso d’acqua. È ottima anche nella preparazione di primi piatti italiani, come anche per cocktail e long drink. Riesce sempre ad unirsi al meglio con gli altri ingredienti senza mai prevalere, donando, alla bevuta, una piacevole armonia di gusto. Essa può essere servita con la decorazione di una fettina di agrumi, od oliva, o ciliegina rossa. La tradizione slava preferisce l’accompagnamento con antipasti salati e verdure marinate, in particolare cetriolini.